Hai avuto una giornata talmente lunga che le ore di luce sono una piccola parentesi nel buio, è stata talmente pesante che trascini le gambe come se avessi 40 anni di più, fai fatica a reggerti dritto e a ridere delle battute dei tuoi bimbi, si sei talmente stanco che anche il sorriso ti esce strascicato e un po storto alla Jigen. Sei talmente demoralizzato dalle basse produzioni, dalle rese ridicole in controtendenza che ti puoi solo attaccare a quei pochi istanti di piacevole assaggio che ti ha inebriato con profumi di oliva fresca e con quella sferzata di piccante e di amaro che solo le mani sapienti di frantoiani come Lorenzo e Matteo di Torre Bianca sanno tirare fuori.
Ma in agricoltura, dopo ogni tramonto c’è sempre un’alba, hai sempre l’indomani mattina che ti attende, devi ripartire anche se è domenica, e alle 7 sei a lavorare.
La vita agricola non è fatta di stabilimenti puliti e sempre prevedibili, pianificabili, non è l’agricoltura patinata delle riviste in cui il sole splende ogni giorno, tutto è facile e la gente sorride sempre in stile “famiglia felice del mulino bianco”; il nostro lavoro è pieno di imprevisti e di previsioni da rivedere, di delusioni e di forti emozioni, di continue analisi per cercare le soluzioni più adatte, sicuramente anche il suo lato più affascinante e meno noioso!
Avrei una richiesta per il consumatore il cui nonno olivicoltore provava forse tutte le sere qualcosa di simile, ma lui no! Potrebbero ricordarsene quando chiede lo sconto, quando usa quelle frasi tipo ma “ho un amico che me lo vende a meno”. Il prezzo a volte più alto di un prodotto veramente artigianale è il tentativo di monetizzare gli investimenti, il lavoro, la fatica, di pagare le tasse e le mille gabelle burocratiche, nonché le annate andate storte a causa di un clima impietoso. E’ comprensibile che a volte possa essere fuori dalla “propria portata” ma cerchiamo di confrontarci per capire il lavoro che sta dietro a quel prodotto e sempre con il rispetto per il lavoro altrui, Grazie!